Comunicati – L’Appennino centrale continua a tremare

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TERREMOTO: SNAM E GOVERNO METTANO LA PAROLA FINE AL MEGAGASDOTTO APPENNINICO
Pubblicato su 31/10/2016 da sulmonambiente

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L’Appennino centrale continua a tremare con effetti devastanti su popolazioni ormai allo stremo. I sismologi sostengono che, quanto accaduto il 24 agosto, il 26 ottobre e dopo la scossa di ieri, faccia supporre che siamo di fronte a tre terremoti distinti, i quali hanno prodotto un susseguirsi di attivazione di faglie e sciame sismico con magnitudo elevata, apertura del terreno e dislocazione del piano di campagna: un “contagio sismico” con un effetto domino molto preoccupante secondo il CNR (Centro Nazionale delle Ricerche). I sismologi spiegano che è l’intero sistema di faglie dell’Appennino che si sta muovendo, vale a dire che Amatrice è “figlia” dell’Aquila e i due ultimi eventi sismici sono “figli” di Amatrice. Di fronte a quello che sta succedendo siamo costretti a gridare forte: la Snam e il Governo Renzi chiudano una volta per tutte la vicenda del supergasdotto lungo l’Appennino. Insistere con un’opera tanto pericolosa, in territori così pesantemente colpiti dalla sequenza di terremoti che dal 1997 ad oggi stanno devastando l’Appennino centrale, è una follia.

Queste zone terremotate, le cui popolazioni stanno vivendo ore drammatiche tra crolli e macerie, sono le stesse che dovrebbero essere attraversate dal megagasdotto: Norcia, Visso, Preci, Cascia, Serravalle del Chienti…,sono esattamente alcuni dei Comuni sul cui territorio la Snam insiste nel far passare il metanodotto “Rete Adriatica” di 687 km. E’ impressionante constatare come, sovrapponendo il tracciato del grande gasdotto con la mappa della pericolosità sismica del centro Italia, molti dei Comuni attraversati dalla infrastruttura Snam, sono altrettanti epicentri, o località vicinissime ad essi, dei disastrosi sismi degli ultimissimi anni: quello del 2009 a l’Aquila, quello di due mesi fa ad Amatrice e i due recentissimi terremoti di questi giorni. Ha senso perseverare in una ostinata decisione di imporre una infrastruttura che dovrebbe attraversare tutta la dorsale appenninica così critica sotto il profilo geologico e che sta manifestando, in questi ultimi anni, mesi e giorni, tutta la sua forza distruttrice? Le faglie non hanno ancora smesso di muoversi, dicono i sismologi e, in questo contesto, Sulmona e la Valle Peligna, dove oltre al gasdotto la Snam vuole insediare anche la centrale di compressione, dovrebbero stare tranquille? Gli esperti non si stancano di ricordarci che il nostro problema è la faglia del Morrone, “silente” da oltre 1900 anni, ma che potrebbe attivarsi in ogni momento con un terremoto che potrebbe raggiungere una magnitudo di 6.5. Le rassicurazioni che sistematicamente vengono date, non tranquillizzano affatto i cittadini: il rischio per l’incolumità delle persone esiste data l’elevata sismicità delle zone attraversate e lo ha esplicitato in modo chiaro e inequivocabile la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati nella risoluzione unanime del 26 ottobre 2011, con la quale impegnava il Governo alla modifica del tracciato. Non è ammissibile che gli interessi della multinazionale del gas possano prevalere sul diritto dei cittadini a veder tutelata la propria sicurezza e la propria salute. E’ di qualche giorno fa la pubblicazione del decreto che accelera i tempi per le grandi opere e che entrerà in vigore il prossimo 11 novembre. Nessuna opera cosiddetta “ strategica”, può essere anteposta alla incolumità delle persone!

I nostri rappresentanti istituzionali ai vari livelli, dietro la spinta del movimento dei cittadini, hanno espresso la loro contrarietà all’opera, ma si sono fermati all’approvazione di meri atti amministrativi, senza mettere in campo nessuna efficace iniziativa nei confronti del Governo. Considerata la forte preoccupazione esistente nella nostra popolazione per quello che potrebbe accadere se l’opera venisse a breve autorizzata, auspichiamo un immediato ed incisivo intervento da parte del Sindaco di Sulmona e degli altri Sindaci del territorio, del Presidente della Provincia, della Regione e dei Parlamentari. ORA E SENZA NESSUN INDUGIO!. Il governatore Luciano D’Alfonso, insieme ai governatori dell’Umbria, delle Marche e del Lazio, chiedano al Presidente del Consiglio Renzi di fermare ogni procedura autorizzativa rispetto al gasdotto e alla centrale e di dare attuazione alla decisione, finora disattesa, del Parlamento italiano attraverso la risoluzione dell’ottobre 2011 e ribadita nel dicembre dello scorso anno: l’attivazione di un tavolo tecnico-istituzionale al fine di individuare una soluzione alternativa, al di fuori della dorsale appenninica.

Sulmona, 31 ottobre 2016

Comitati cittadini per l’ambiente


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LA SNAM “RASSICURA” ED INSISTE CON IL SUO MEGA-GASDOTTO IN AREE SISMICHE: E’ QUESTO IL CONTRIBUTO CHE DA’ ALLA POLITICA DI PREVENZIONE?
Pubblicato su 03/11/2016 da sulmonambiente 

La Snam, così come ha fatto all’indomani del sisma di Amatrice, continua a fornire rassicurazioni circa l’assoluta sicurezza dei propri gasdotti. Di fronte a tutto quello che sta accadendo, che ci dà prova di quanto devastante possa essere la forza distruttrice della natura e dinanzi ad una situazione in continua evoluzione ed alla imprevedibilità di quanto potrebbe accadere in futuro, le “certezze” della multinazionale del gas, appaiono stantie e lontane dalla realtà; soprattutto esse non tranquillizzano i cittadini i quali, al contrario, ritengono che proprio la gravità degli eventi degli ultimi mesi, dovrebbe indurre la Snam a desistere dal realizzare il suo pericoloso progetto lungo l’Appennino.

E non la pensano come la Snam gli esperti della Commissione Nazionale V.I.A. che, tra le prescrizioni del parere espresso nel 2010, hanno incluso ulteriori studi sulla sismicità al fine di “ridurre la vulnerabilità della condotta”.

Ciò significa che il super gasdotto (un tubo di un metro e 20 di diametro interrato a 5 metri di profondità), anche con tutti gli studi necessari, è e resta vulnerabile. Parliamo di una mega infrastruttura destinata ad essere collocata per centinaia di km. lungo la dorsale appenninica, altamente sismica, comprendente un’area di circa 1100 kmq. completamente deformata e destabilizzata dopo questi violenti sismi, con una dislocazione del piano di campagna dai 18 ai 70 cm. (dati CNR-IREA) e con la quale, se autorizzata, le popolazioni di questi martoriati territori dovrebbero convivere per i prossimi decenni. Davvero non si comprende questa posizione di vero e proprio “accanimento” da parte della Snam nel voler imporre a tutti i costi il suo progetto, nonostante la contrarietà di tutte le istituzioni democratiche.

E’ questo il contributo che la Snam intende dare alla politica di prevenzione raccomandata dai tecnici e sulla quale anche il Governo dice ora di volersi impegnare seriamente? A meno che la Snam non voglia sostenere che il metanodotto “Rete Adriatica” favorisce la messa in sicurezza del territorio!!!

condottafoto luciano adriani -Mutignano di Pineto – condotta esplosa

Per i cittadini e le Istituzioni, prima di tutto viene l’incolumità delle popolazioni ed è per questo che rivolgiamo un forte appello alla classe politica perché essa tuteli responsabilmente i cittadini che rappresenta ed i loro territori. Auspichiamo, pertanto, che il Governo Renzi, così come ha chiesto anche il Consigliere regionale del PD Pierpaolo Pietrucci, scongiuri la realizzazione del super gasdotto lungo le aree a più elevata vulnerabilità sismica e dia finalmente attuazione alla risoluzione della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati che nell’ottobre del 2011, con voto unanime, impegnò il Governo ad attivare un tavolo tecnico istituzionale, al fine di individuare un tracciato alternativo e ciò proprio in ragione dell’elevata sismicità dell’Appennino centrale.

Sulmona, 3 novembre 2016