L’arroganza del potere e l’elefante di Carlo III di Borbone
Martedì 10 Gennaio 2017
Gigi Di Fiore
Il potere, si sa, è arrogante. Chiunque arrivi ad occupare una qualsiasi postazione di gestione, di supremazia su altri, di facoltà di disporre e decidere, di colpo si trasforma. Le persone più disponibili e semplici diventano altezzose, scostanti. L’orgia del potere era il famoso titolo del film di Costa-Gavras.
Sul tema c’è un episodio aneddoto, una vicenda storica curiosa, testimoniata da uno scheletro visibile al Museo di Scienze naturali di Napoli. Riguarda il regno di Carlo III di Borbone, di cui si è celebrato lo scorso anno il centenario della nascita. Nel 1738 al re, da quattro anni sul trono di Napoli e Sicilia, regalarono un elefante. Arrivava dalla Turchia, era un esemplare bellissimo e forte. Non molti, prima di allora, avevano visto quel genere di animale.
L’elefante, descritto in un saggio scientifico breve da Francesco Serao, fece così tanta impressione che fu portato in visione ad un pubblico allargato e stupito perfino al teatro San Carlo. Se ne prendeva cura e ne faceva guardia un caporale dei veterani dell’esercito Borbone.
L’uomo visse un periodo di grande celebrità, gestiva un potere che non aveva mai avuto prima. Andava fiero di quell’animale, che considerava quasi cosa sua. Si arrogava il diritto di mostrarlo di nascosto a chi voleva. Spesso, ci ricavava mance da qualcuno che, in orari insoliti, chiedeva di vedere il fiero e grande elefante turco. Il caporale si sentiva personaggio importante nella Napoli di allora. E visse mesi intensi di ebbrezza.
Accadde però il non desiderato. L’elefante morì e il caporale vide svanito di colpo tutto il suo potere, tutta la sua importanza. Divenne un sottufficiale come gli altri. La carcassa dell’animale è ancora visibile al Museo naturalistico di Napoli. Ma la depressione in cui cadde il caporale si trasformò in uno degli innumerevoli detti che riempiono la lingua napoletana. “Caporà, l’elefante è mmuorto!” si dice di qualcuno che ha perso il suo potere per circostanze nuove e improvvise, che deve smettere di sentirsi importante. Come a dire, è finita la festa. Tanti dovrebbero capire, quando siedono su sedie importanti, che all’improvviso potrebbero perdere tutto. Gli elefanti non sono eterni. Muoiono anche loro.